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I 6 napoletani del Kazakistan pt4


Dopo un poco troppe ore di volo uno dei ragazzi mi domanda -Tonì ma addò cazz stamm?

io che ogni tanto mi affacciavo dall' oblò e vedevo sulo terre e neve, neve e terre, dissi siamo quasi arrivati.

Effettivamente dopo una mezz'ora l'areo iniziò a scendere e atterrammo in mezzo a una terra sperduta, nu cazz e fridd e un vento che quando succede a Napoli iniziano a volare le cose, la cose che potevano volare non ce ne stavano, stavano solo 2 container e un autobus che doveva essere il nostro.

Entriamo nei container e stavano 2 poliziotti con gli occhi a mandorla, non so se sono venuti apposta o se lavorano proprio la, se lavorano la non è che si uccidono proprio di fatica.

Uno di loro che mi controlla il passaporto legge Napoli, sorride e dice -Maradona!

-Hai capito buono o'frat

Nell'autobus iniziamo a socializzare con gli altri passeggeri e ci accorgiamo che la maggior parte di loro sono italiani, nell'aereo alluccavamo troppo assai per sentirli.

Alcuni di loro ci riconoscono, li avevamo conosciuti già quando eravamo stati in Francia.

Dopo un'oretta arriviamo alla base di Baykonur che è in un posto sperduto vicino alla Cina con 350 kmq di deserto torno torno per non fare capire agli americani dove stava, l'aspetto è come se fosse una specie di Chernobyl però vediamo passare un cammello e 2 cavalli selvatici, persone niente.

Arriviamo agli alberghi che sono 2, un albergo dei chiattilli e un albergo dei talebani.

A noi guarda caso ci capita quello dei talebani perchè hanno detto che loro dovevano stare 3 mesi e noi solo 2 settimane -muccus!!!

Andiamo a fare il corso della sicurezza che faceva un baffone che noi lo chiamavamo Popov perchè parlava e rideva.

Era un poco facile distrarsi perchè Popov parlava russo, poi stava l'interprete che traduceva in inglese, poi stava l'interprete dell'interprete che traduceva dall'inglese all'italiano, poi stavo io che traducevo qualche parola complicata dall'italiano al napoletano.

Ci fanno cambiare e andiamo a visitare l'hangar.

Fuori è scurato notte, ma che ore so'?

Il nostro responsabile ci spiega che a Baykonur in quel periodo dell'anno è giorno dalle 10 di mattina alle 14 o giù di li, il termometro segna 35 gradi sotto zero, uno dei ragazzi esce a fumarsi una sigaretta e torna dicendo -Marò si è congelato il pesce.

Per fortuna in Kazakistan non ci sta l'Eni e il gas costa poco, dentro all'albergo e dentro all'hangar si può stare a mezze cosce.

Uanm più o meno per farvi capire l'hangar è grande un poco più o meno come un campo di pallone, ci entra il treno dentro e dicono che poi ci deve entrare tutto un missile dentro che è alto 55 metri, cioè francesi scopatevi proprio di la che il capannone vostro è un mastrillo in confronto a chist.

Facciamo il colloquio con l'ingegnere responsabile dell'hangar, sempre con tutti gli interpreti appresso, ci diamo in mano una cartellina di scartiloffie che sono i nostri attestati professionali per la conduzione delle macchine operatrici, quello ci ride addosso, dice qua Russia carte non servono, io adesso vi spiego regolamento, primo rammaggio che fatto io prendere a calci e buttare fuori ok??

-ok

in coro, ok.

Rassìa mentalità molto pragmatica, tipo mammà.


Continua, ancora.



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